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Il Servizio e l'Ospitalità d'Eccellenza come Obiettivi. L'Amichevole Colleganza fra Associati come Valore

STATUTO NAZIONALE DELLA FAIPA
FEDERAZIONE DELLE ASSOCIAZIONI ITALIANE
DEI PORTIERI D’ALBERGO “LE CHIAVI D’ORO”

PARTE PRIMA
FEDERAZIONE, ASSOCIAZIONI E SOCI

ART. 1- DENOMINAZIONE E SEDE
E’ costituita, a norma degli art. 36 e ss. del Codice Civile, una libera Federazione denominata:
FAIPA -  FEDERAZIONE DELLE ASSOCIAZIONI ITALIANE DEI  PORTIERI  D’ALBERGO  “LE CHIAVI D’ORO”

Il cui simbolo associativo è rappresentato da due chiavi d’oro incrociate con la scritta FAIPA. La Federazione avrà sede nella città di residenza del Presidente Nazionale. La Federazione potrà istituire, inoltre, sedi secondarie sul territorio nazionale ed estero, succursali e rappresentanze, nonché aderire o partecipare ad organismi aventi finalità analoghe od affini, sia nazionali che internazionali.

ART. 2- GLI SCOPI
La Federazione non ha scopi di lucro ed è apartitica. Essa si prefigge il fine di coordinare, sotto la guida di un organismo Nazionale, le varie Associazioni Regionali e Locali di Portieri d’Albergo e addetti al Front Office che si riconoscano nel presente Statuto condividendone intenti e finalità, pur nella più ampia libertà d’azione riconosciuta all’interno di ciascuna entità.
In particolare la Federazione ha lo scopo di:
comma 1
- Sviluppare e promuovere ogni tipo di iniziativa diretta all’elevamento morale, culturale, sociale e materiale degli iscritti attraverso l’organizzazione delle più varie attività: da quella professionale, relativa allo studio ed all’esame dei problemi della categoria dei Portieri d’Albergo e addetti al Front Office, a quella congressuale, ricreativa, artistica, culturale, sportiva, turistica, anche mediante la pubblicazione e la distribuzione di un Bollettino di informazione o attuando altre iniziative editoriali ed anche la creazione di un sito multimediale.
comma 2-
Instaurare un costruttivo dialogo con gli Albergatori e tutte le Associazioni affini, allo scopo di ottenere per la categoria una considerazione sempre più adeguata e consona all’attività professionale degli iscritti. Partecipare ad iniziative di altri enti o istituzioni.
comma 3-
Svolgere ogni azione intesa a migliorare le condizioni morali e sociali di tutti gli iscritti oltre a favorire, con il proprio contributo morale e materiale, il raggiungimento degli scopi previsti da ciascuno degli Statuti vigenti nelle singole Associazioni.
comma 4-
Tutelare e difendere gli interessi degli associati e della professione, offrendo sostegno morale ai propri iscritti, senza sostituirsi agli organi esterni preposti.
comma 5-
Facilitare le relazioni fra i Soci di tutte le Associazioni Regionali aderenti con ogni tipo di iniziativa, per favorire e stabilire fra loro un legame di stretta ed amichevole colleganza; aiutare i Soci bisognosi mediante la più generosa attività mutualistica.
comma 6-
Organizzare, promuovere e gestire corsi, seminari e convegni, iniziative di formazione e aggiornamento professionale, di specializzazione e di sperimentazione fra tutti gli iscritti, al fine di diffondere la conoscenza della categoria, della vita e delle tradizioni dell’attività del Portiere d’Albergo e dell’addetto al Front Office; oltre a studiare i problemi del lavoro e di combattere la disoccupazione e favorire ogni sinergia fra gli iscritti e le altre istituzioni ed imprese che operano nel settore turistico-alberghiero.
comma 7-
Promuovere ogni tipo di ricerca e di iniziativa per ottimizzare l’impiego del tempo libero degli associati nelle sue molteplici forme, organizzando le più varie attività ricreative e quant’altro utile a favorire gli scopi istituzionali della Federazione. Attuare, insomma, tutte quelle forme di attività dirette alla crescita morale e materiale degli associati.
comma 8-
Acquisire, mantenere e gestire, sia in proprietà che in affitto, una sede ed altri locali utili allo svolgimento delle attività associative e scolastiche,corsi di formazione, corsi di aggiornamento ad indirizzo di Portineria e Front Office,per i propri associati.
Anche a richiesta di altre istituzioni esterne,organizzare e gestire attività di formazione.
comma 9-
Al fine del raggiungimento degli scopi associativi, ed in misura non prevalente rispetto all’organo medesimo, la Federazione potrà esercitare ogni attività commerciale ritenuta utile o necessaria dal Consiglio Nazionale con esclusione, in ogni caso, di qualunque finalità di lucro.
A tal uopo la Federazione intende essere retta e regolata, oltre che dal Codice Civile, dalla lettera C dell’art. 148 del D.P.R. 22 dicembre 1986 n° 917.

ART. 3- LE ASSOCIAZIONI ADERENTI
comma 1- Le Associazioni aderenti

Possono essere ammesse all’interno della Federazione, e senza limiti temporali, tutte le Associazioni Italiane, Regionali o Locali, costituite da Portieri d’Albergo e addetti al Front Office, purchè non siano aderenti ad altri organismi federativi di categoria. Le domande di adesione da parte delle Associazioni Regionali o Locali costituite o costituende dovranno essere accompagnate da una lista nominativa di almeno cinque (5) soci e successivamente da una copia dello Statuto conforme a quello della FAIPA indirizzate al Presidente Nazionale, il quale le sottoporrà al giudizio del Consiglio Direttivo, che potrà decidere sull’accoglimento o il rigetto a suo insindacabile giudizio. Le Associazioni Regionali non hanno diretta relazione con la propria conformazione geografica.L’iscrizione è subordinata al versamento della quota annuale e degli altri eventuali contributi stabiliti dal Consiglio Nazionale e comporta l’accettazione incondizionata al presente Statuto ed all’eventuale regolamento approvato dall’Assemblea del Congresso Generale.

comma 2- Iscrizione individuale alla FAIPA
Ove non siano presenti Associazioni Regionali, il singolo richiedente può chiedere di essere ammesso in via temporanea, stabilita in un anno alla FAIPA, in attesa della costituzione di un’Associazione Regionale o Locale, facendo richiesta presso la Segreteria Nazionale ed ottemperando al pagamento della quota annuale stabilita dalla FAIPA presso la Tesoreria Nazionale. A tal proposito il Presidente Nazionale, a suo insindacabile giudizio, lo può anche investire della carica di “Fiduciario Regionale” (cfr. art. 3 comma 3).  Decadendo tale obiettivo, l’associato verrà integrato nella Regionale di sua scelta.

comma 3- Il Fiduciario Regionale
Compito del Consiglio Direttivo è quello di incentivare e supportare (anche economicamente) la nascita di nuove Associazioni Regionali o Locali. A tal proposito il Presidente Nazionale, qualora individuasse Soci effettivi, o iscritti alla FAIPA, in grado di realizzare tale compito, ha la facoltà di designare la figura del “Fiduciario Regionale”.
Il Fiduciario Regionale non può candidarsi ad alcuna carica sociale.

ART. 4- I SOCI
comma 1- Requisiti

Possono essere ammessi a far parte della FAIPA coloro che, in possesso dei seguenti requisiti, ne facciano domanda alla propria Associazione Regionale o Locale di riferimento o in mancanza di ciò alla Segreteria Nazionale:
Lettera a-
essere Portieri d’Albergo o addetti al Front Office che possano comprovare la loro operatività professionale mediante un’autocertificazione.
La FAIPA considera addetti al Front Office coloro che esercitano la professione in un’unica postazione operativa a contatto con e per il cliente.
Lettera b-
che svolgano la loro professione in alberghi a cinque, quattro e tre stelle ed in quelle strutture ricettive dedite all’ospitalità (Resorts, Residence, Case per Ferie) dove esiste un reparto di Portineria o Ricevimento che organizza e dirige l’accoglienza, quindi l’assistenza e la permanenza del cliente. Anche altre eventuali richieste di iscrizioni provenienti da colleghi di strutture ricettive non menzionate potranno essere valutate da parte dei Consigli Direttivi di appartenenza.
lettera c-
che, a discrezione delle eventuali autorizzazioni delle proprietà/direzioni delle strutture ricettive dove esercitano la professione, indossino sulla divisa il simbolo delle chiavi d’oro incrociate o un distintivo che attesti l’appartenenza alla FAIPA.

comma 2- Tipologie di Soci
La FAIPA è composta dalle seguenti tipologie di Soci:
Soci effettivi:
sono coloro che esercitano stabilmente la professione di Portiere d’Albergo o addetto al Front Office. Gli appartenenti a questa categoria in regola con la quota associativa, hanno diritto di voto e possono ricoprire qualsiasi carica sociale in seno alle proprie Associazioni regionali. Al raggiungimento dei 65 anni di età, il Socio effettivo, avendo ottenuto i requisiti per il pensionamento e non esercitando la professione con continuità, previa certificazione del contrario, passerà d’ufficio alla categoria di Socio senior.
Socio senior:
sono coloro che hanno raggiunto il 65° anno di età e la perdita dei requisiti di cui agli effettivi, oppure hanno raggiunto i termini della pensione prima del 65° anno di età e ne hanno comunicato per libera propria scelta il passaggio definitivo di categoria alla rispettiva Associazione Regionale. Gli appartenenti a questa categoria in regola con la quota associativa, hanno diritto di voto, possono essere eletti nei propri Consigli Direttivi, fino ad un massimo di tre, a tutte le cariche associative escluse quelle di Presidente, Vice-Presidente Vicario e Segretario.
*Soci aderenti:
sono i Soci effettivi che, benché abbiano cambiato professione o qualifica, momentaneamente o definitivamente, intendono rimanere associati nelle varie Associazioni Regionali. Qualora ritornassero ad avere i requisiti antecedenti verranno reintegrati nella qualifica precedente.
* Soci aspiranti:
sono coloro che, in possesso dei requisiti richiesti, hanno chiesto di iscriversi nelle Associazioni Regionali. Si dà facoltà di decidere in merito a modi e tempi di ingresso alle singole Associazioni Regionali.
* Socio cadetto :
appartengono a questa categoria gli studenti delle scuole ad indirizzo
Turistico - Alberghiero, pubbliche e private, stage di formazione ,master con indirizzo Portineria e Front Office. Possono fare parte a questa categoria anche coloro che non esercitano la professione in modo continuativo come gli stagionali, contratti a tempo determinato, contratti a termine, sostituzione varie.  Possono partecipare a tutte le iniziative dell'Associazione e della Federazione, sono esentati dal pagamento delle quote associative e non possono deliberare ed essere eletti. Passano ad altra categoria di Socio maturandone i requisiti richiesti.
* Soci sostenitori:
sono persone fisiche e/o giuridiche che favoriscono gli scopi delle associazioni regionali e della FAIPA mediante contributi, elargizioni e iniziative economiche di qualunque tipo.
* Soci onorari:
sono personalità che abbiano reso significativi servizi alle associazioni regionali o alla FAIPA e che possono contribuire allo sviluppo culturale, economico e sociale di entrambi.
*
Gli appartenenti a queste ultime  (5) categorie non possono versare la quota sociale (salvo contributo libero che a loro insindacabile giudizio porti sostegno alle attività delle Associazioni o della Federazione), non esercitano diritto di voto e non sono eleggibili ad alcuna carica associativa locale e nazionale.

ART. 5- OBBLIGHI DELLE ASSOCIAZIONI ADERENTI
Le Associazioni aderenti alla Federazione dovranno:
1-
osservare e far rispettare ai propri associati le prescrizioni del loro e del presente Statuto, quindi collaborare fattivamente con l’esecutivo FAIPA nel perseguire gli obiettivi di volta in volta prefissi;
2-
uniformare le sigle ed i loghi regionali con il nome della propria associazione e la dicitura “Le Chiavi d’Oro” ed uniformare la fine del triennio dei rispettivi Direttivi regionali entro il 31 Maggio  dell’anno di svolgimento del Congresso Generale;
3-
segnalare alla Federazione ogni variazione dei loro organi sociali e rispettare i termini di pagamento della quota nazionale FAIPA entro il 30 aprile di ogni anno;
4-
nominare, preferibilmente fra i componenti del proprio Direttivo od esecutivo, uno o più osservatori con lo scopo di mantenere i contatti con le diverse organizzazioni turistiche alberghiere e associazioni di categoria del settore e favorire nel miglior modo possibile e con la più cortese accoglienza i Soci delle associazioni consorelle in visita nella loro regione;
5-
infine tutte le Associazioni Regionali sono tenute a riprodurre oltre all’emblema Regionale anche l’emblema sociale della Federazione sia su carta intestata che su biglietti da visita personali. Le Associazioni Regionali sono tenute inoltre a riprodurre l’emblema sociale sopra menzionato su cartelloni o manifesti di qualsiasi grandezza (non personalizzato) in occasione di manifestazioni nelle quali sia impegnata la Federazione.
Le sopra descritte riproduzioni dell’emblema nazionale devono essere assolutamente fedeli all’emblema nazionale, anche nel colore

ART. 6- CESSAZIONE DELLA QUALITA’ DI ASSOCIAZIONE ADERENTE
Ciascuna Associazione aderente potrà sciogliersi dalla Federazione o recedere da essa previa comunicazione diretta al Presidente Nazionale da trasmettersi con lettera raccomandata A.R., con i sistemi telematici o sistemi normativi e legali vigenti, almeno tre mesi prima della data di riunione del Consiglio Nazionale.
L’Associazione e chiunque recede dalla Federazione non ha diritto al rimborso della quota versata. La quota sociale è intrasmissibile e non rivalutabile.
Qualora un’Associazione aderente ( e il singolo socio temporaneamente in carica alla FAIPA) attraverso il comportamento dei suoi componenti non si attenesse allo Statuto Federale o si rendesse morosa dei contributi dovuti alla Federazione o, per una ragione qualsiasi, arrecasse pregiudizio morale o materiale alla Federazione, potrà essere sottoposta, su iniziativa del Consiglio Nazionale, a giudizio disciplinare del collegio dei Probi Viri, riunito in Gran Giurì, che potrà assumere a suo insindacabile ed inappellabile giudizio i provvedimenti più opportuni, ivi compreso quello dell’espulsione.

PARTE SECONDA
GLI ORGANI SOCIALI

ART. 7- GLI ORGANI SOCIALI
Sono organi della Federazione:
A-
Il Congresso Generale: Assemblea Generale delle Associazioni aderenti e dei soci iscritti.
B-
Il Consiglio Nazionale: il Consiglio Direttivo, i Presidenti ed i Segretari regionali, i Consiglieri Nazionali.
C-
Il Consiglio Direttivo: è l’Esecutivo della Federazione. Di seguito i suoi componenti:

Il Gran Consigliere a Vita
Il Presidente Nazionale
I tre Vice-Presidenti
Il Segretario
Il Tesoriere

ART. 8- IL CONGRESSO GENERALE
Il Congresso Generale delle Associazioni aderenti e di tutti i Soci iscritti alla FAIPA, si riunisce in seduta ordinaria almeno ogni tre anni nella località proposta dal Consiglio Direttivo della Federazione, e approvata nella riunione del Consiglio Nazionale tenuto l’anno precedente il Congresso.

comma 1- Composizione
Il Congresso Generale è costituito dagli stessi componenti del Consiglio Nazionale (aventi diritto di voto), aumentato di tutti i Soci effettivi e Senior delle Associazioni Regionali aderenti e di tutti i Soci momentaneamente iscritti alla FAIPA.

comma 2- Competenze
Il Congresso Generale rappresentato dai componenti del Consiglio Nazionale(cfr comma 3 art 11), elegge il Presidente Nazionale e ratifica il Consiglio Direttivo della Federazione così come proposti dall’aspirante Presidente al momento della sua candidatura con il programma della futura attività. Il Congresso elegge inoltre i due Vice-Presidenti Nazionali e nomina il Collegio dei Revisori dei Conti ed il Collegio dei Probi Viri.
Il Congresso Generale delibera inoltre sulle modifiche allo statuto.

comma 3- Convocazioni e votazioni dell’Assemblea.
Lettera a
-L’Assemblea congressuale, sia ordinaria che straordinaria, è validamente costituita quando siano presenti o rappresentati almeno la metà più uno degli aventi diritto al voto. Essa delibera a maggioranza assoluta.
Le votazioni avverranno per alzata di mano, salvo che una o più delegazioni richiedano il voto segreto. In questo caso i votanti saranno muniti di apposita scheda o biglietto pieghevole che verrà depositato nelle urne predisposte. A votazione conclusa le schede dei votanti saranno scrutinate da una commissione di cinque membri dei soci presenti, preventivamente costituita.
Lettera b-
Le decisioni prese dall’Assemblea congressuale verranno scritte a verbale su apposito registro. I verbali dovranno essere firmati dal Presidente Nazionale e dai Presidenti Regionali. Detto registrorimarrà in consegna al Presidente Nazionale previa consegna di copia dei verbali ai Presidenti Regionali da effettuarsi entro un mese dalla data dell’Assemblea congressuale.
Lettera c-
L’Assemblea straordinaria deve essere convocata, dal Presidente Nazionale, previa delibera del Consiglio Direttivo, oppure dallo stesso Presidente Nazionale su richiesta di almeno un terzo delle Associazioni regionali, inoltre su richiesta del Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti.
Lettera d-
Solo le associazioni territoriali possono proporre l’inserimento delle voci nell’O.D.G.  In sede di Congresso Generale possono prendere la parola tutti i Soci Effettivi e Senior regolarmente iscritti alla FAIPA. La durata di ciascun intervento non potrà superare il limite di tre minuti.

ART. 9- IL CONSIGLIO NAZIONALE
comma 1- Composizione

Il Consiglio Nazionale è composto:
Dai membri del Consiglio Direttivo,
I Presidenti e i Segretari in carica delle Associazioni Regionali.
I Consiglieri Nazionali.

comma 2- Competenze
Il Consiglio Nazionale si riunisce in seduta ordinaria possibilmente due volte l’anno.
Nella prima riunione verrà approvato il bilancio consuntivo proposto dal consiglio direttivo.
Il Consiglio Nazionale può altresì essere convocato in seduta straordinaria quando almeno un quinto dei suoi componenti o il Collegio dei Revisori dei Conti ne facciano richiesta.
Il Consiglio Nazionale approva le proposte del Consiglio Direttivo concernenti i programmi, le attività e l’indirizzo della Federazione.

comma 3 – Convocazioni
La convocazione del Consiglio Nazionale, sia ordinaria che straordinaria, tanto per la prima che per la seconda convocazione, è sempre fatta dal Presidente Nazionale mediante avviso contenente l’ordine del giorno, da spedirsi ad ogni componente del Consiglio per via telematica o sistemi normativi vigenti e con risposta di ricevimento almeno un mese prima della data fissata per il Consiglio.
Il Consiglio è presieduto dal Presidente Nazionale e, in sua assenza, dal Vice-Presidente Vicario. A tale incontro possono partecipare (senza diritto di voto) anche altre figure convocate dal Presidente Nazionale che ricoprono incarichi fiduciari od onorifici di particolare rilevanza, ( ad esempio: I Past President Nazionali, i Presidenti Onorari Nazionali, il Presidente dei Revisori dei Conti, il Presidente dei Probi Viri, il Responsabile del Fiore dell’Amicizia, il Responsabile delle Relazioni Esterne, il Fiduciario Regionale.

comma 4- Votazioni
Il Consiglio Nazionale, è validamente costituito quando sono presenti o rappresentati almeno la metà più uno degli aventi diritto.
Esso delibera a maggioranza assoluta. L’ordine del giorno è predisposto dal Presidente Nazionale almeno un mese prima della data del Consiglio, previa consultazione obbligatoria con i Presidenti delle associazioni aderenti.
Eventuali mozioni scritte potranno essere indirizzate al Presidente Nazionale da chiunque abbia interesse almeno un mese prima della data fissata del Consiglio Nazionale, per formare argomenti e materia di discussione.

ART. 10- IL CONSIGLIO DIRETTIVO
comma 1- Composizione e durata

La Federazione è amministrata dal Consiglio Direttivo, composto da:
Gran Consigliere a Vita
Presidente Nazionale
Tre Vice-Presidenti Nazionali territoriali (di cui un Vicario)
Segretario
Tesoriere
Eccetto la figura del Gran Consigliere a Vita (escluso dal diritto di voto), il Consiglio dura in carica tre anni ed i suoi membri non possono essere eletti per più di due mandati consecutivi per un totale di sei anni.

comma 2- Competenze
Il Consiglio Direttivo svolge le seguenti funzioni:
Lettera a:
promuove le iniziative necessarie ad attuare i fini statutari e gestisce l’amministrazione ordinaria della Federazione.
Lettera b:
entro la fine di ciascun anno solare predispone il bilancio preventivo ed il programma delle attività per l’anno successivo; entro la fine del terzo mese di ciascun anno solare predispone il bilancio consuntivo da sottoporre all’approvazione del Consiglio Nazionale. Per tale occasione partecipa al Consiglio Direttivo il Presidente dei Revisori dei Conti (cfr art 9 comma 2).
A tale incontro possono partecipare (senza diritto di voto) anche altre figure convocate dal Presidente Nazionale che ricoprono incarichi fiduciari od onorifici di particolare rilevanza, ad esempio:
I Past President Nazionali, i Presidenti Onorari Nazionali, il Presidente dei Revisori dei Conti, il Presidente dei Probi Viri, il Responsabile del Fiore dell’Amicizia, il Responsabile delle Relazioni Esterne, il Fiduciario Regionale.
Lettera c:
fissa la remunerazione ed i compensi per i servizi prestati alla Federazione da terzi e cura i rapporti di lavoro;
Lettera d:
provvede alla gestione economica e finanziaria della Federazione ed autorizza il Presidente ed il Tesoriere ad aprire e gestire conti correnti con firma congiunta determinando i relativi poteri. Nomina altresì procuratori speciali per particolari specifiche operazioni;
Lettera e:
autorizza il Presidente Nazionale a stare in giudizio;
Lettera f:
esamina le domande di iscrizione di nuove Associazioni Regionali e Locali per l’eventuale accoglimento o il rigetto a suo insindacabile giudizio.

comma 3- Convocazione e votazioni
La convocazione del Consiglio Direttivo deve essere fatta dal Presidente Nazionale per via telematica con risposta di ricevimento, da inviarsi non meno di un mese prima dell’incontro. Le deliberazioni sono prese a maggioranza assoluta dei voti. Le votazioni sono palesi e, a parità di voto, prevale il voto del Presidente.

comma 4- Incompatibilità
Le cariche nel Consiglio Direttivo sono  incompatibili con qualunque carica sociale in seno ai Consigli Direttivi Regionali ad eccezione del semplice consigliere. I membri del Consiglio Direttivo non hanno diritto a compensi.

ART. 11- IL PRESIDENTE NAZIONALE
comma 1- Requisiti per l’elezione

E’ eleggibile alla carica di Presidente Nazionale qualunque Socio effettivo di una delle associazioni aderenti alla Federazione, che abbia ricoperto in passato almeno la carica di consigliere del proprio direttivo per un mandato (tre anni). La carica di Presidente Nazionale è incompatibile con qualunque carica sociale in seno ai Consigli Direttivi Regionali ad eccezione del semplice consigliere.

comma 2- La candidatura
Il candidato in possesso dei requisiti richiesti, previa deliberazione dell’associazione di appartenenza, deve presentare regolare domanda di candidatura alla Segreteria della Federazione almeno tre mesi prima dello svolgimento del Congresso Generale. A tale domanda vanno allegati il programma che si intende svolgere nel corso del mandato ed i nomi del Vice-Presidente Vicario, del Segretario e del Tesoriere con cui si intende collaborare. Non ottemperando a quanto sopra, la candidatura non sarà ritenuta valida. La Segreteria della Federazione provvederà a trasmettere per conoscenza alle varie associazioni aderenti programmi e candidature.

comma 3- L’Elezione
Compito di eleggere il Presidente Nazionale è prerogativa del Congresso Generale che si riunisce in seduta ordinaria con questo scopo ogni tre anni (tale è infatti la durata del mandato presidenziale) e che per tale occasione è rappresentato dai Soci elettori. Fanno parte dei Soci elettori tutti i componenti del Consiglio Nazionale ed i Consiglieri Nazionali nella misura di uno ogni 25 o frazione di Soci delle varie Associazioni Regionali regolarmente iscritti Nel caso di una sola candidatura alla Presidenza, il Congresso procede all’elezione con votazione palese o per acclamazione. Nel caso di due o più candidature si va alla votazione segreta con la formula del turno unico. Il candidato che ottiene la maggioranza dei voti validamente espressi viene eletto Presidente. In caso di parità di voto fra due o più candidati, si va al ballottaggio e viene eletto Presidente chi ottiene la maggioranza dei voti validamente espressi.

comma 4- La procedura di voto
Responsabile delle operazioni è il Collegio dei Probi Viri, costituitosi per l’occasione in Comitato Elettorale. Se al Congresso Generale non fosse presente uno dei membri dei Probi Viri, si procederà alla sua sostituzione con un membro supplente. All’inizio del Congresso tutti gli aventi diritto al voto presenti (gli assenti al Congresso potranno delegare ad un avente diritto per un massimo di una delega a testa) vanno registrati su apposita lista elettorale. Al momento del voto, la chiamata segue l’ordine alfabetico: a ciascun elettore viene consegnata la scheda  elettorale con stampati i nomi dei due o più candidati, quindi egli si dirige presso il “seggio volante” predisposto per l’occasione. Una volta espressa la propria preferenza, l’elettore depone la scheda in un’urna chiusa che sarà poi aperta soltanto a voto concluso per procedere allo scrutinio. Le schede elettorali andranno poi distrutte, rimanendo agli atti il solo verbale dell’elezione.

comma 5- Poteri
Il Presidente è il massimo organo della Federazione. Egli ha la firma sociale e la rappresentanza legale della Federazione di fronte a terzi ed in giudizio. Dura in carica tre anni e non può essere eletto per più di due mandati consecutivi (sei anni in totale). Convoca il Consiglio Direttivo dirigendone i lavori. Adotta le decisioni indifferibili che saranno sottoposte, per ratifica, alla seduta successiva del Consiglio stesso. Attribuisce incarichi speciali e fiduciari per lo svolgimento di ruoli particolari (ad es. Responsabile del Fiore dell’Amicizia, Responsabile Editoriale, Responsabile delle Comunicazioni esterne, Fiduciario Regionale, etc.). Al Presidente, o a chiunque da lui delegato a rappresentarlo, spetta un rimborso spese per viaggio ed eventuale soggiorno in occasione di congressi, riunioni ed inviti anche internazionali.

comma 6- Assenza, Impedimento, Dimissioni
Verificandosi una di queste circostanze, il Consiglio Direttivo viene presieduto dal Vice-Presidente Vicario, la quale assume temporaneamente tutti i poteri fino al rientro di questi (nei primi due casi) o fino al congresso successivo. In caso di dimissioni, qualora all’interno del Consiglio Nazionale la maggioranza degli aventi diritto lo ritenga opportuno, si può procedere alla convocazione di un Congresso Generale straordinario per l’elezione di un nuovo Presidente e di un nuovo esecutivo, il tutto in ossequio della normativa vigente.

comma 7- Decadenza dei requisiti
Se durante lo svolgimento del mandato, il Presidente dovesse cessare della qualifica di socio effettivo, il Consiglio Nazionale a maggioranza, può decidere di consentire al Presidente il proseguimento del mandato oppure sollevarlo dall’incarico attribuendone i poteri al Vice-Presidente Vicario, oppure ancora convocare un Congresso Generale straordinario per l’elezione di un nuovo Presidente e di un nuovo esecutivo, il tutto in ossequio della normativa vigente.

comma 8- Assenza di candidature alternative
Al termine di un doppio mandato ed in assenza di candidature alternative, il Consiglio nazionale a maggioranza può decidere se prolungare il mandato al Presidente uscente e di conseguenza, all’intero esecutivo.

comma 9- Messa in stato di accusa
Se durante il mandato il Presidente Nazionale dovesse rendersi responsabile di attigravemente lesivi dell’onorabilità e/o della sicurezza stessa della Federazione o di una delle associazioni aderenti,su indicazione del Consiglio Nazionale è chiamato ad intervenire il Collegio dei Probi Viri secondo le procedure concordate. La messa in stato di accusa può essere rivolta,con le stesse modalità, anche dal Consiglio Nazionale nei confronti di un Presidente Regionale.

ART. 12- I VICE PRESIDENTI NAZIONALI
Dei tre Vice Presidenti nazionali, uno (il Vicario) è indicato dal candidato Presidente al momento delle elezioni e viene nominato durante il Congresso Generale.
Gli altri due sono eletti direttamente durante il Congresso Generale sulla base di una concreta disponibilità e candidatura manifestata dagli stessi.
Le procedure sono le stesse per l’elezione del Presidente Nazionale. In mancanza di candidature vengono nominati dal neo Presidente eletto, dopo opportuna consultazione, in un secondo momento.
Durano in carica tre anni e possono essere eletti per un massimo di due mandati consecutivi (sei anni in totale). Come per il Presidente Nazionale anche per i Vice-Presidenti vige l’incompatibilità con qualunque carica sociale in seno ai Consigli Direttivi Regionali ad eccezione del semplice consigliere.
Il ruolo di Vice-Presidente Vicario è senza dubbio il più rilevante fra i tre, in quanto potenziale e legale Presidente nel caso si verifichino le fattispecie citate al comma n° 6 e n° 7 dell’art. 11 del presente Statuto.
Le tre cariche di Vice-Presidenti Nazionali devono essere suddivise rispettivamente per area geografica in Nord, Centro - Sud ed Isole.

ART. 13- IL SEGRETARIO
Il Segretario è nominato durante il Congresso Generale su indicazione del Presidente della Federazione al momento della sua elezione ed è incaricato della tenuta e della custodia di tutti gli atti della Federazione, esclusi quelli di pertinenza del Tesoriere.
Egli è incaricato della tenuta della corrispondenza, della tenuta amministrativa dei libri e degli archivi della Federazione, sempre con esclusione di quelli riservati al Tesoriere.
Egli, o chi in sua funzione nominato, è tenuto  alla redazione e stesura dei verbali del Consiglio Direttivo, del Consiglio Nazionale e del Congresso Generale; verbali sottoscritti dai primi due Organi Sociali.

ART. 14- IL TESORIERE
Il Tesoriere è nominato durante il Congresso Generale su indicazione del Presidente della Federazione al momento della sua elezione ed è incaricato della contabilità della Federazione. Egli osserverà le regole della contabilità generale, dovrà essere in grado di dare spiegazioni e di rendere conto della situazione della tesoreria.
Egli renderà conto in Consiglio Nazionale della gestione annuale.
Su un conto bancario acceso ed intestato alla Federazione presso una banca scelta dal Presidente Nazionale, saranno depositati i fondi provenienti dalle quote associative.
Il Tesoriere avrà la firma congiunta con il Presidente per operare sul conto corrente e sarà responsabile della custodia e gestione dello stesso.

ART. 15- IL COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI
comma 1- Composizione, durata ed elezioni

Il Collegio dei Revisori dei Conti è eletto in sede di Congresso Generale su proposta del neo Presidente Nazionale. E’ composto da tre membri effettivi e da due supplenti.
Possono farne parte tutti i soci della Federazione ed anche persone estranee alla stessa.
Il Collegio dura in carica tre anni e tutti i componenti possono essere riconfermati per un secondo mandato.

comma 2- Competenze
Il Presidente del Collegio dovrebbe essere una persona competente in materie di ragioneria e di contabilità, diversamente sarebbe opportuno che l’incarico fosse affidato ad un tecnico esterno.
Il Collegio vigila sulla regolarità della gestione economica e finanziaria e sulla tenuta delle scritture contabili. In sede d’approvazione del conto consuntivo riferisce con relazione scritta all’assemblea del Consiglio Nazionale. Il Collegio deve riunirsi almeno una volta l’anno in sede di Consiglio Nazionale per la ratifica del bilancio dell’anno precedente. ( c f r  art.9 comma2)

comma 3- Convocazioni e deliberazioni
Il Collegio è riunito dal suo Presidente ed è convocato per via telematica con risposta di ricevimento con un preavviso almeno un mese prima della data fissata per l’incontro. Il membro che, senza giustificato motivo, non partecipa a nessuna delle riunioni ordinarie annue previste, decade dall’Ufficio. Le deliberazioni del Collegio devono essere prese a maggioranza assoluta. Il membro dissenziente ha il diritto di scrivere a verbale i motivi del proprio dissenso.

comma 4- Rapporto sulla gestione finanziaria
I revisori dei Conti dovranno presentare all’Assemblea annuale del Consiglio Nazionale un rapporto scritto sulla gestione finanziaria della Federazione. Tale rapporto dovrà essere portato a conoscenza del Consiglio Nazionale almeno un mese prima della sua convocazione.

comma 5- Irregolarità
In caso di constatate irregolarità da parte di uno o più revisori dei conti, dovrà essere fatto dal Presidente della Federazione un rapporto scritto al Collegio dei Probi Viri, che provvederà ad adottare le misure più opportune di sua competenza.

ART. 16- IL COLLEGIO DEI PROBI VIRI
comma 1- Composizione e durata

Il Collegio dei Probi Viri è eletto in sede di Congresso Generale su proposta del neo Presidente Nazionale. Il Collegio dei Probi Viri è composto da tre membri effettivi e due supplenti. Possono farne parte tutti i soci della Federazione ed essere nominati anche terzi estranei, a condizione che siano di provata esperienza e probità. Il Collegio dura in carica tre anni e tutti i componenti possono essere riconfermati per un secondo mandato.

comma 2- Competenze
Il Collegio dei Probi Viri è chiamato a dirimere, giudicando secondo equità in una ed inappellabile istanza, le controversie tra i Soci e tra questi e la Federazione. E’ garante del rispetto delle norme statutarie e regolamentari. In sede di Congresso Generale, nel caso di due o più candidature alla carica di Presidente nazionale, si costituisce in Comitato elettorale (cfr. comma 4 art.11). Nel caso di messa in stato di accusa del Presidente Nazionale o di un Presidente regionale si costituisce in Collegio giudicante (gran giurì) (cfr. comma 9 art.11).

comma 3- Convocazioni e deliberazioni
Il Collegio è riunito dal suo Presidente ed è convocato per via telematica con risposta di ricevimento con un preavviso almeno un mese prima della data fissata per l’incontro.  Il membro che, senza giustificato motivo, non partecipa a nessuna delle riunioni ordinarie annuali previste, decade dall’Ufficio.
Le deliberazioni del Collegio devono essere prese a maggioranza assoluta. Il membro dissenziente ha diritto di far iscrivere a verbale i motivi del proprio dissenso.

comma 4- Il gran giurì
I procedimenti dinnanzi al Collegio dei Probi Viri seguono le norme e la forma dell’arbitrato irrituale, i cui membri devono decidere secondo equità nei modi previsti dal Codice Civile, dalle leggi speciali e dalla consuetudine.
Il Collegio dei Probi Viri si riunisce in Gran Giurì nella composizione ordinaria con l’aggiunta di tre Presidenti delle associazioni aderenti, scelti per sorteggio, esclusa/e quella/e di cui fanno parte il/il Socio/il sottoposto/i a giudizio.

 

PARTE TERZA
DISPOSIZIONI FINALI

ART. 17- LE ENTRATE E LE USCITE
comma 1-Patrimonio sociale e riserve

Il patrimonio sociale ed i mezzi finanziari con cui si provvede alle spese della Federazione sono costituiti da:

a) un fondo ordinario formato con i contributi annuali dei Soci e con gli altri eventuali contributi volontari, elargizioni, indennità, liberalità od altre beneficenze ricevute da persone fisiche o giuridiche, enti privati o pubblici che in qualche modo vogliono favorire la vita e lo sviluppo della Federazione;

b) entrate derivanti dalle molteplici attività della Federazione al fine dell’ottenimento degli scopi statutari;

c) da un eventuale fondo rappresentato dagli eventuali avanzi della gestione annuale che vengono riutilizzati nella gestione finanziaria dell’anno successivo per costituire il patrimonio della Federazione con delibera del Consiglio Direttivo e comunque utilizzato per il conseguimento delle finalità statutarie.
Le riserve e gli utili di qualunque natura non possono mai essere distribuiti fra i soci, né durante l’esistenza, né dopo la cessazione della Federazione, salvo che la destinazione o distribuzione non siano imposte per legge.

comma 2- Quota sociale
Il Consiglio Nazionale determina di anno in anno la quota complessiva ed uniformata dovuta dai Soci iscritti, alle rispettive Associazioni Regionali. Determina inoltre l’ammontare della quota dovuta alla Federazione dalle Associazioni Regionali aderenti o dai singoli Soci che è fissata entro il 30 Aprile di ogni anno (cfr. punto 3 art. 5).
Le associazioni aderenti sono tenute a versare alla Federazione il saldo della quota dovuta commisurata al numero dei soci iscritti al 30 Aprile dell’anno in corso.
Si dà facoltà alle Associazioni Regionali di gestire i tesseramenti successivi alla data del 30 Aprile. La Federazione si impegna a pagare la quota associativa ad organizzazioni nazionali ed internazionali delle quali dovesse farne parte e funge da trait- d’union tra le stesse e le diverse Associazioni aderenti. Un eventuale disavanzo dovrà essere reintegrato dalle Associazioni aderenti, proporzionalmente ai propri iscritti, al di fuori delle normali quote dovute per il tesseramento o altre spettanze. Le tessere associative saranno fornite dalla Federazione alle singole Associazioni aderenti.

ART. 18- ALBO DEI SOCI DELLA FEDERAZIONE
La Federazione pubblicherà ogni triennio un albo o similare per via telematica con tutti i nomi dei Soci in servizio e relativa carica ricoperta al momento, struttura ricettiva con recapiti nella quale prestano la loro opera. Inoltre, dietro approvazione del Consiglio Nazionale, l’elenco dei Soci senior, aspiranti, aderenti, sostenitori ed onorari, nonché la composizione degli organi sociali. Il tutto in ottemperanza alla legge sulla privacy.
La Federazione fornirà alle singole associazioni un numero di copie del prodotto che non sarà inferiore al numero dei propri Soci.

ART. 19- TRASFERIMENTI
I Soci delle Associazioni aderenti alla Federazione che per motivi di lavoro cambiano residenza privata o professionale, non dovranno essere trasferiti d’ufficio, ma solo dietro loro esplicita richiesta diretta alla Presidenza della nuova Associazione dove si trova il nuovo recapito privato o professionale. Sarà quest’ultima che deciderà sull’accoglimento o meno della richiesta, mantenendo la stessa categoria di associato.
In caso di trasferimenti all’estero o in località dove non è presente un’associazione aderente, il Socio può richiedere di restare tesserato presso la FAIPA, decadendo l’obiettivo (in un anno) di costituzione di una nuova Associazione, l’associato verrà integrato nell’Associazione aderente più vicina alla sua residenza.

ART. 20- BOLLETTINO O SIMILARE
La Federazione si riserva di pubblicare un Bollettino telematico, in cui verranno riportate le notizie, anche in succinto, che perverranno dalle diverse Associazioni aderenti.

ART. 21- DURATA E SCIOGLIMENTO DELLA FEDERAZIONE
La Federazione ha durata illimitata. L’Assemblea dei soci riunita in sede straordinaria del Congresso Generale, delibera sull’eventuale scioglimento di essa, adottando le relative deliberazioni con le modalità e la maggioranza previste agli articoli che precedono. Il patrimonio della Federazione, in caso di scioglimento, è devoluto ad opere di beneficenza

09 febbraio 2019 - Escursione Museo Archeologico di Capua Antica

Dopo la serata dedicata al Tasso con presentazione del l'opuscolo scritto dal nostro Associato Carmine Berton,  ecco alcuni FRAMMENTI DI STORIA SORRENTINA, sia da leggere che da poter scaricare

 

Le notizie preistoriche sono scarsissime, il tufo grigio che oggi costituisce la piattaforma su cui sorgono le cittadine della penisola sorrentina è il prodotto di una imponente e catastrofica eruzione avvenuta nei campi flegrei o nel golfo di Napoli circa 33.000 anni fa, per effetto barriera esercitato dalla catena delle colline calcaree sui prodotti piroclastici, essi si depositarono nella conca tra punta Scutolo e il Capo di Sorrento, le piogge torrenziali dovute al raffreddamento del clima dopo tale catastrofe da particelle  rilasciate nell’aria oscurano in parte il sole, la parte solida rimase, quella ancora molle venne trasportata a mare lasciando profonde gole, che ancora oggi si possono vedere in tutta la penisola, si presume che nel tempo paleolitico nuclei umani frequentassero gli anfratti della costiera, quando le isole dei Galli e Capri erano allora uniti alla penisola, del neolitico e la preistoria abbiamo ancora scarse notizie, meglio documentata è l’età dei metalli.

La frequentazione del sito di Sorrento limitata tra i valloni di Parsano a ovest e dei mulini a est, documentata da frammentarie manufatti (ceramiche e litica) fin dal neolitico avanzato nella grotta della conca ad ovest della città (grotta Nicolucci) e nelle sue adiacenti, la vicinanza al rivo Parsano, dell’approdo di Marina Grande e delle sorgenti della Neffola, costituivano condizione favorevoli per la scelta di questo riparo sotto la roccia, nel III millennio a.c. è testimoniata la frequentazione della grotta (forse per scopi funerari).

Ben documentato è poi, nel corso del II millennio a.c. l’età del bronzo, l’uso abitativo della grotta. Allo stato etnico indigeni più antico, quello dei Musoni che oggi si tende a distinguere da quello più recente degli Opici entrambi predecessori dei greci e degli etruschi, gli indigeni italici che i greci della prima colonizzazione trovarono insediati sulla costa e nel golfo al loro arrivo erano gli Opici.

L’arrivo dei greci nell’VIII secolo a.c. si ritiene la fondazione di Sorrento, gli indigeni dei villaggi protostorici della valle del Sarno, che scompaiono alla fine del VII secolo a.c. si spostano verso la costa e sembrano confluire nei centri costieri di recente formazione in posizioni strategiche per gli scambi, scali marittimi di Pompei, Stabia, Vico Equense, Piano di Sorrento, Sorrento, Massa Lubrense. Dalle testimonianze materiali e da quelle epigrafiche possiamo dire di una preponderante componente degli Opici, Ausoni e Sannitica nella popolazione.

La funzione di approdo di marina grande ed unico percorso praticabile per raggiungere il piano prima dell’apertura della porta sannitica.

Sorrento si fa risalire al culto delle Sirene introdotto dai greci, ma qualcuno la fa risalire ai Fenici, “SERENTOS” (terrazzo fortificato), infatti se noi guardiamo ad una pianta del settecento del Pacichelli a volo d’uccello. vediamo che i tre quarti è circondata da gole profonde, e quella a nord dal mare, Strabone la chiama Sireon. Omero nell’odissea racconta delle sirene esseri, metà donne e meta uccelli, Partenope, Leucosia e Ligea, e ci racconta che: Ulisse fece tappare le orecchie ai suoi marinai con della cera per non farli sentire il melodioso canto delle Sirene, e lui si fece legare all’albero maestro della nave, anche se urlava invaghito delle loro voci sublime, di essere sciolto per raggiungerle, i marinai non lo potevano sentire, due di esse sconfitte da Ulisse, Partenope e Leucosia si gettarono nel mare dove annegarono, i loro corpi, uno fu trovato ai piedi del Vesuvio Partenope e fondò Napoli, l’altra su una spiaggia verso sul di Salerno e fondò Licosa. Qualcuno le chiamava abitatrice del mare presso le isole sirenuse i Galli, Svetonio li fa abitare a Sorrento, Plinio sul colle Minerva attuale punta della Campanella.

Sorrento nei primi tempi era uno stato libero, Municipio dal 219 a.c. al 30 d.c., ma ribellatasi a Roma con le altre città come Pompei, Ercolano, Nocera, Stabia e Nola nel I secolo d.c. dopo la battaglia sul Volturno vinta dai romani tutta la Campania e quindi Sorrento furono sottomessi a Roma, al tempo della seconda guerra punica tra romani e cartaginesi, gli abitanti di Sorrento offrirono ai romani una galea armata, con la fine della Repubblica, aveva termine lo stato municipale di Sorrento, ma appena Augusto salì al trono essa veniva dichiarata colonia romana dal Capo Ateneo al Sarno dal 30 d.c. al 512 d.c., dove lo stesso Imperatore inviò veterani romani distribuendo ad essi le terre dei monti sireniani (Massa Lubrense) occupate dai greci per il culto di Minerva, e vi fece costruire una strada larga 15 piedi, da allora la penisola e in special modo Sorrento ebbe tutto il suo splendore, ed un periodo di grandissima opulenza, e vi sorsero numerosissime ville patrizie, in particolar modo, durante il periodo in cui l’Imperatore Tiberio che per circa dieci anni governò l’impero di Roma da Capri affidando a Seiano il governo della città di Roma, non si fidava d nessuno quindi tutti i suoi collaboratori, questi la sera tutti nessuno escluso dovevano lasciare l’isola. Visitarono Sorrento alcuni Imperatori, fra Questi: Augusto, Tiberio, Traiano, Antonino Pio, Marco Aurelio, quest’ultimo si dice si facesse costruire una villa in località Casarlano appunto Casa Aureliana.

Dieci anni dopo la morte del Nazzareno, l’apostolo Pietro di passaggio da Napoli per Roma per andarvi a predicare il Cristianesimo, lo predicò anche a Napoli e a Sorrento, si presume che avesse predicato nella località di sotto al monte, da Sorrento poco prima di arrivare a Sant’Agnello sulla destra, ed ivi sorse una piccola cappella dedicata a San Pietro apostolo in memoria del suo passaggio, da 230 al 240 d.c. ci fu una grande persecuzione dei primi cristiani, Quinto, Marco, Quintilla, Quartilla ed altri 9 furono i primi martiri cristiani della penisola, furono martirizzati appena fuori al borgo, il punto in cui oggi sorge la Chiesa del Carmine, nella quale c’è la cappella del martirio.

Il 14 febbraio del 625 era Imperatore Eraclio, pontefice Binifacio V console di Sorrento Probiano e vescovo Giacomo di Bologna, rese l’anima a Dio Sant’Antonino di Campagna eletto subito a protettore di Sorrento, fu chiamato dai sorrentini questo monaco benedettino dall’eremo di San Michele al monte Faito, arrivato li dopo l’invasione dei Longobardi con la distruzione quasi totale dell’abbazia di Monte Cassino dove Antonino era monaco, spese tutta la sua vita in favore di questa città, quindi il 14 febbraio dell’anno 625 come si è detto, era una giornata di quelle che non prometteva nulla di buono, solo pioggia e temporali, poco prima di mezzogiorno il sole squarciò le nuvole. Sorrento fu inondata dal sole ed il quel momento il Santo rese l’anima a Dio, il cielo si richiuse e ricomincio a piovere, per suo desiderio non voleva essere sepolto né dentro né fuori le mura della città, cosi si decise di seppellirlo nelle mura a difesa della sua Sorrento, dove dopo sorse la Basilica a lui intitolata. Si legge nelle cronache che Rodoaldo Re dei Longobardi assediò nel 645 la città, ma per la resistenza trovata per la protezione di Sant’Antonino verso i cittadini, egli morisse, togliendo così l’assedio, Sicardo principe di Benevento, volendo assoggettare la Campania, invase con forte esercito nell’anno 835 la Penisola e strinse d’assedio Sorrento. I cittadini si difesero bravamente, poi non vedendosi abbastanza per sostenere il forte numero di nemici chiesero aiuto al Duca di Napoli, frattanto successe un fatto leggendario che cambiò le sorti della guerra, si ricorda che in uno degli assalti, un pietra lanciata dal longobardi percosse il sepolcro del Santo, la notte stessa il Santo apparve irato al principe e gli comandò di levare l’assedio, ma non avendo egli subito ubbidito, la mattina successiva la figlia di Sicardo fu invasa dal demonio, riconoscendo ciò essergli accaduto per disubbidienza ai divini voleri, tolse l’assedio a Sorrento e si ritirò nei suoi territori, ritornò con la figlia Adeodata sulla tomba del Santo, e fu liberata dall’ossessione demoniaca.

Lo stesso territorio da capo Ateneo al Sarno dal 512 era governato da consoli chiamati Arconti e Duchi, nell’830 Sergio figlio di Andrea, Prendeva il titolo di Sergio I, 842 Gregorio I figlio di Sergio, 872 Sergio II figlio di Gregorio, 895 Atanasio I fratello di Sergio, 920 Gregorio II fratello di Sergio, 933 Giovanni I figlio di Sergio, 978 Sergio III, 981 Marino I figlio di Sergio III, 1024 Sergio IV figlio di Marino, 1038 Mansone I figlio di Marino, 1049 Guaimarino figlio di Marino, 1052 Guido I figlio di Marino, 1052 Mansone nuovamente, 1068 Sergio V figlio di Mansone, 1133 Sergio VI della famiglia Sersale ultimo duca, dopo questa data Sorrento subì le sorti di Napoli in tutte le dominazioni che si succedettero. Dal 1133 al 1194 abbiamo la dominazione Normanna, 1194 al 1266 degli Svevi, 1266 al 1382 Angioini, 1382 1441 Durazzeschi, dal 1442 al 1504 Aragonesi, poi venne l’era dei vice re spagnoli e austriaci dal 1504 al 1734 infine dal 1734 al 1860 i Borboni, con una piccolissima parentesi nel 1779 della Repubblica Partenopea e la parentesi Napoleonica dal 1806 prima con Giuseppe Bonaparte, poi con Gioacchino Murat al 1815, dal 1860 regno d’Italia con l’unità d’Italia.

Della dominazione Angioina, abbiamo due bellissimi esempi, L’antica Chiesa di San Francesco gotica 1300, prima del rifacimento completo dell’attuale Chiesa barocca ricostruita nel 1600 dopo il rovinoso crollo per un terremoto, ed il chiostro annesso molto particolare costruito nel 1300 in pietra lavica, per metà ad arco gotico con influenza angioina e l’altra ad arco romano, due colonne di detta pietra con arco si possono ammirare nell’antica sagrestia, ed una colonna nella cappella di Santa Rita, poiché la Chiesa originaria era in pietra lavica. Ed il Sedil Dominova del 1319, anch’esso in pietra lavica, ricordano i gusti dell’epoca Angioina.

Dal 520 abbiamo ricordi del Imo vescovo di Sorrento nel 525 era Ranato francese, poi Valerio sorrentino, già nel 1059 aveva dignità di arcivescovo di Sorrento con il palio, ed infatti abbiamo notizia del primo arcivescovo in tale data di nome Giovanni, con giurisdizione da Capo Ateneo al Sarno inclusa Capri, mentre Castellammare, Vico, Massa Lubrense, e Capri avevano il vescovo, che ogni anno dovevano fare obbedienza in Cattedrale all’arcivescovo di Sorrento.

Con il privilegio del 13 luglio 1428 la regina Giovanna II d’Angiò regina di Napoli, dona a Zottola Correale (Zotula) e suoi discendenti un territorio sito in Sorrento (Capo cervo), Re Fernando D’Aragona nel 1481 conferma il privilegio già accordato dalla regina Giovanna. Pompeo e Alfredo Correale ultimi discendenti, per assicurare la conservazione delle opere d’arte acquistate o ereditate attraverso la fondazione di un museo. A tale scopo entrambi lasciarono le loro raccolte al costituente ente “Ente giuridico autonomo dal titolo Museo Correale di Terranova”, che sarebbe allogato alla villa alla rotonda, e dotato con le rendite dai terreni  a essa circostanti, alla morte del conte Alfredo ultimo dei Correale avvenuta il 6 agosto 1902 concesse al nuovo ente la villa ed i terreni, il 27 dicembre il comune accettò i legati fatti dai Correale a favore della città, deliberandone l’erezione a ente morale, ma il museo venne aperto solo nel 1924.

Nel 1319 si ricordano i sanguinosi fatti nel cortile di casa Mastrogiudice, molti patrizi per vecchie inimicizie sorte a causa dell’amministrazione della città vennero alle armi, dopo questo grave fatto alcune famiglie patrizie decisero la scissione dal sedile di Porta, e quindi fecero erigere il “sedil Dominova”, domus nuova, i Vulcano, Mastrogiudice, Sersale, Capece, Nobilione, Molignano, Donnorso, Boccia, Orefice, Marziale, Cortese, Teodoro, Carlino, Spasiano, tutti fecero parte del nuovo Sedile. Dal 1877 l’edificio ospita un’associazione “Società Operaia di Mutuo Soccorso” anticipatrice del sistema pensionistico e del walfare state.

L’11 marzo del 1544 nacque a Sorrento il sommo poeta Torquato Tasso, egli stesso in un suo carme dice: mentre il sole nel suo pieno meriggio ascese io nacqui, una piccola città ma nobile, Bernardo Tasso sposato con Porzia de Rossi imparentata con la famiglia Correale, sua sorella Ippolita infatti era sposata con Onofrio Correale, vennero a far visita alla famiglia a Sorrento, e rimasero innamorati del posto, nella primavera del 1543 Bernardo prese licenza dal principe Ferrante di Salerno al cui servizio Bernardo era, prese in fitto per tre anni continui la villa Mastrogiudice a prospietto, ivi fu concepito e nacque Torquato, nacque mentre il padre era nelle Fiandre a guerreggiare, nel 1545 su ordine del principe Ferrante,  Bernardo fece ritorno a Salerno con tutta la famiglia. Nel 1577 Torquato Tasso torna per l’unica volta nella sua terra natia a Sorrento per far visita alla sorella Cornelia, travestito da pastore, i mesi passati a Sorrento fra luglio e dicembre furono i più lieti e tranquilli della sua vita, fu legato da devota amicizia al priore del convento di San Vincenzo, fra Fabriano, la sua tomba ti trova Roma a Sant’Onofrio al Gianicolo ove morì il 25 Aprile 1590.

La notte del 13 giugno 1558 Palay Mustafà invase Sorrento, i Correale erano detentori delle chiave della città, e quel giorno fu celebrato il matrimonio di Cornelia Tasso sorella di Torquato Tasso, con Marzio Sersale nella sontuosa villa alla rotonda dei Correale, un servo mussulmano dei detti patrizi si attardava sulla porta di Marina Grande dopo aver fatto uscire dalla città gli ospiti del matrimonio per far ritorno a Napoli, si accorse che si avvicinavano delle navi con bandiera mussulmana la mezza luna, fece dei segnali con il fuoco attirando la loro attenzione per poi aprirgli le porte, questi già pensavano di tornare indietro, visto che era impossibile di entrare in città, ci furono migliaia di morti con molte devastazioni ed ingenti danni, furono fatti più di 1500 prigionieri, per qualche giorno le navi sostarono nelle vicinanze di Ischia per aspettare il riscatto dei prigionieri, chi le famiglie ebbe subito la possibilità, di denaro i prigionieri furono liberati, altri partirono per il medio oriente verso Costantinopoli, alcuni furono riscattati dopo alcuni anni, e chi non ebbe nessuna possibilità furono venduti come schiavi, fu fatto prigioniera anche Berardina Donnorso con suo figlio Giovanbattista Arfora, lei fece voto che se sarebbe ritornata con il figlio a Sorrento avrebbe costruito un monastero per le figlie del popolo, poiché esse non erano ammesse negli altri monasteri tutti di stirpe nobile, in effetti appena tornata, con rogito del 29 dicembre 1566 confermò la volontà del voto fatto e con lasciti per il sostentamento, subito cominciò la costruzione del monastero, affidò l’intero complesso alle suore domenicane, per far piacere sia al Papa Pio V allora regnante ed all’arcivescovo Pavesi entrambi domenicani, la tela dell’altare maggiore di Silvestro Buono, rappresenta la madonna delle grazie con bambino, con San Domenico sulla destra, che presenta Berardina Donnorso fondatrice alla Madonna, e sulla sinistra San Giovanni Battista, per onorare il figlio Giovanbattista Arfora, fu restaurato verso la fine del millesettecento con nuovo pavimento maiolicato, che ancora oggi si può ammirare in ottime condizioni una piccola parte di esso nell’abside, lasciato lì dopo i restauri degli anni millenovecentosettanta.

Il 1600 e il 1700 fu di grande miseria non c’era nessuna possibilità di sviluppo, solo verso la seconda metà del 1700 Sorrento cominciò a risollevarsi dalla disastrosa invasione barbarica, bisogna dire che molte famiglie patrizie vendettero tutto per riscattare i propri cari.

Nel 1799 aderì ai venti della rivoluzione francese, ed innalzò a piazza Castello l’albero della libertà. Il 22 ottobre 1849 Pio IX, esule a Gaeta, dopo la presa del potere della Repubblica Romana, fece visita alla penisola sorrentina, fu una accoglienza grandiosa, visitò il monastero di San Paolo e quello di Santa Maria delle Grazie, e la chiesa di Sant’Antonino, un altro Pontefice visitò Sorrento il 19 marzo 1992 fu Giovanni Paolo II, Nel 1853 re Luigi di Baviera viene a Sorrento, ritorna nel 1858 con l’Imperatore Massimiliano del Messico. Nel 1876 la regina Olga di Wurtemberg. Nel 1863 il Principe di Galles, il principe Federico e la principessa Vittoria di Prussia, 1867 Henrik Ibsen alloggia alla pensione Rosa Magra, ritorna nel 1881 ed alloggia all’Hotel Tramontano, 1868 l’Imperatrice Eugenia di Francia, moglie di Napoleone III, la regina di Danimarca. Dimorò dal 22 marzo all,11 maggio del 1873 all’Hotel Tramontano la Zarina di Russia Alexandrowna moglie dello Zar Alessandro II, in quella occasione molti re e principi vennero a farle visita, tra gli altri Vittorio Emanuele II, il principe ereditario Umberto poi re Umberto I, re Nicola di Montenegro, in questa occasione ci fu il fidanzamento della granduchessa Maria di Russia con il duca di Edinburgo.

I decreti della Repubblica Partenopea del 1799, e di Giuseppe Napoleone nel 1808, con i quali si disponeva l’erezione di un monumento a Torquato Tasso, non ebbero effetto alcuno, ne attecchirono i progetti in proposito fatti successivamente nel 1817 dal duca Laurito, Nel 1839 e nel 1846 il sindaco e dal consiglio di quel tempo proposero di erigere una statua per pubblica sottoscrizione al sommo poeta, con delibera del municipio 15 novembre 1861 si approvò il progetto, e solo nel 1870 la statua fu collocata in mezzo alla piazza, subendo negli anni vari spostamenti, il lavoro fu eseguito dallo scultore napoletano Gennaro Calì.

Visitatori famosi: nel 1883 la regina Margherita di Savoia con la regina Maria Pia del Portogallo, nel 1866 il vice re di Egitto, Paolo e Alessandro di Prussia, il filosofo Federic Nietzche, 1888 re Oscar di Svezia, l’Imperatrice d’Austria e Don Carlos di Spagna, nel 1891 il principe di Napoli poi Vittorio Emanuele III, ritornando nel 1900 con la regima Elena, nel 1938 Marguerite Yourcenar vi scrisse il Colpo di Grazia, Lord Astor, compro villa Labonia, quindi Villa Astor poi Villa Tritone, James Ferimore Cooper scrisse a Sorrento the water wich, Wandswart Longfellow, l’argentino Faustino Sarmiento, Norman Douglas, Alessandro Dumas, Henri beyl Stendhal, Alfred De Musst 1834, Joseph-Ernest Renan, Edmond Rostad 1918, Anatole France, Hyppolyte Adolphe Taine.

Il 25 aprile 1895, grande commemorazione, per il terzo centenario della morte del Tasso, che durarono fino al primo maggio. Il consiglio comunale di Sorrento su proposta del consigliere Antonino Cariello, consiglio del 10 giugno 1893, deliberò, che si fosse dalla citta di Sorrento solennemente celebrato il III centenario della morte del grande concittadino Torquato Tasso, con delibera del 28 novembre 1893, il consiglio medesimo procedette alla nomina di un comitato direttivo al quale fu affidato l’incarico di provvedere all’attuazione delle feste giubilari, il comitato fu composto dai signori: Comm. Bartolomeo Capasso presidente onorario, Comm. Luigi De Maio sindaco di Sorrento presidente effettivo, Marchese Enrico Ubaldo, Cav. Giacomo e Martino, Comm. Giuseppe Olrlandi, Comm. Luigi Petriccione, Conte Alfredo Correale, Comm. Francesco Saverio Gargiulo, Barone Giovanni Labonia di Bocchigliero, Principe di Serignano, Cav. Luigi Fiorentino, Cav. Guglielmo Tramontano, Duca di Terranova Pignatelli, Marchese Francesco Sersale, Cav. Gioacchino Minieri, Cav. Camillo Spasiano, Comm. Enrico Spasiano, On. Enrico Curati, Comm. Enrico Arlotta, Conte Berardo Filangieri di Candida, Principe di Piemonte, On Placido, On. Casilli, Sig. Antonino Cariello Segretario generale, Sig. Manfredi Fasulo vice segretario, Sig. Francesco Cariello tesoriere.    

Nel 1898 fu inaugurata la via Luigi de Maio, e ci fu l’inaugurazione della luce elettrica.

All’albergo Imperial Tramontano 18 febbraio 1904 veniva in viaggio di nozze Guglielmina d’Olanda, sovrana regnante, suo sposo Enrico di Meclemburgo-Schwein, furono create nuove porcellane con stemma della casa reale olandese e dell’albergo intrecciati ed argenteria per questo regale soggiorno, Oggi alcuni pezzi sono esposti nella hall dell’albergo.

Il 23 agosto del 1904 un’immane ciclone devastò con la sua furia distruttrice mezza città, provocando danni enormi, che per porvi rimedio necessitarono di alcuni anni di duro lavoro e somme ingenti. Il ciclone passò tra i due alberghi, il Tramontano ed il Bellevue Syrene, al Tramontano portò via parte del tetto; arrivando dal mare investì e rase al suolo per primo il monastero benedettino di San Paolo, strappando alberi, scoperchiando case e distruggendo tutto quello che trovava sul suo cammino, percorse via Tasso, dove quasi tutte le abitazioni furono danneggiate. Si pensi che l’organo della Chiesa Cattedrale era visibile dal piazzale antistante, la facciata era completamente scomparsa, pezzi di barche furono ritrovate sulle colline di Sorrento, precisamente alle Tore.

Durante la seconda guerra mondiale fu esule a villa Tritone il filosofo Benedetto Croce, quando l’Italia era divisa in due fu crocevia per gettare le basi di una nazione libera e democratica, infatti Benedetto Croce ricevette a Villa Tritone, il Principe Umberto di Savoia, Palmiro Togliatti, Enrico De Nicola, il maresciallo Badoglio, il generale Bernard Montgomery, e il generale Mark Clark, oggi una eccellenza dell’accoglienza turistica, la villa proprietà del Barone Labonia calabrese si chiamava “Aux roches grises” o Villa Labonia, per dissesto finanziaria fu venduta a William Wardorf Astor, “Villa Astor” alla sua morte il figlio la vendette all’olandese Geerzma, “Villa tritone” gli eredi la vendettero all’armatore Mariano Pane, da lui alla moscovita Kamilla Dzhanashiya, mantenendo lo stesso nome.

Altri ospiti: Alphonse-Marie-Louise de Lamartine, John Wolfgang Goethe, Riccardo Wagner, Fanny Lewald, Paul Heise, August Graf Von Platen, August Kopisch scopritore della grotta azzurra, Teoforo Mommsen, Ferdinand Gregorovius, il primo ministro spagnolo Emilio Castelar 1875, Giovanbattista ed Ernesto De Curtis autori di torna a Surriento e moltissime famose melodie, Harriet Beecher Stowe, vi scrisse Agnes of Sorrento 1861, Ivan Tourgueniev scrisse una serata a Sorrento 1852, il pittore russo Silvestre Feodorievic Stchedein morto qui a Sorrento nel 1830 e sepolto nelle chiesa di San Vincenzo, traslato al cimitero di Sorrento dopo l’abbattimento della chiesa, Leon Tolstoi, Massimo Gorki villa sorito al Capo di Sorrento, Schlimann grande archeologo, scoprì la citta di Troia, visitò Sorrento nel 1868, Gorge Gordon Bayron, Sir Walter Scott, John Keats, Percy Shelley, Sybil Fitgerald, Francis Marion Crauford che si stabilì a sant’Agnello, Charles Dickens, Herman Mleville, Axel Munthe, Giacomo Casanova, Gabriele D’Annunzio, Benedetto Croce, Salvatore Di Giacomo, Enrico Caruso, Salvatore Quasimodo. I fratelli Alinari, Massimo Dapporto, Mvula Sungani, Emanuela Bianchini, i fratelli Massimiliano e Gianfranco Gallo.

L’accoglienza in questi luoghi è certamente nata con essi, sin dai Fenici, Greci, e con l’espandersi dell’Impero Romano, partendo da Castellamare di Stabia lungo tutta la costiera arrivando ad Amalfi ed oltre era punteggiata di ville Patrizie tutte con discese a mare con scale e porticati, solcando il mare in una triremi o galea di notte lo spettacolo era paradisiaco, di giorno con la luce del sole era abbagliante, gli occhi non si saziavano mai di tanta bellezza, ed ancor più diede impulso a conquistare le aree più belle per costruire la propria lussuosa dimora, allorché  l’imperatore Tiberio decise di governare l’impero Romano da Capri per circa dieci anni, ancor oggi numerosi ruderi si trovano ad ogni passo, e di pochi giorno la scoperta nel mare di fronte a Marina della Lobra o di una villa Patrizia, da quello che emerge sul fondale potrebbe essere un porticato, o di un Santuario, Delubrum c’è ne parlano fonti classiche, il qual nome dà alla città Lubrense. I proprietari davano ospitalità ad amici, parenti uomini celebri e poeti: Svetonio, Strabone, Plinio, nei loro scritti esaltavano la bellezza del luogo e delle sontuose ville, con la genuina accoglienza che si praticava in queste terre tramandata secolo dopo secolo fino ai giorni nostri, dal 1600 si cominciò a pensare a far nascere le prime locande, per accogliere turisti  innamorati della natura e della storia antica, anche per lunghi soggiorni, l’elenco è lunghissimo, di Pittori, Scrittori, Regnanti, uomini Illustri, uomini politici, ricchi viaggiatori, blasonati che nel periodo del Grand Tour inviavano i propri rampolli in questi viaggi di cultura ed includeva anche Sorrento.

Locanda delle Sirene poi Bellevue Syrene, Rispoli poi Excelsior Vittoria, Maison du Tasse poi Imperial Tramontano, Pensione La Rosa Magra, Pensione Corona di Ferro, Villa Nardi poi Hotel D’Anglterre poi Hotel Le Terrazze, Villa Rubinacci poi Eden, Centrale in piazza tasso, poi Villa di Sorrento, Hotel Royal, Cocumella, Loreley e Londres, Pensione Minerva, Pensione Miramare, pensione Campidoglio, Pensione Pollio e pensione Dania al capo di Sorrento, oggi c’è una vasta scelta di alberghi per ogni esigenza da lussuosi a 5 - 4 - 3 stelle, pensioni, resort e BB.

Ancora oggi attirati dalla maliarda Sorrento, accorrono nomi prestigiosi da tutto il mondo.

 

                                             Sorrento 23 ottobre 2017                                                               Carmine BERTON